Ma il vero punto di svolta del mio rapporto con il calcio africano avvenne in Tanzania. In due anni ebbi modo di comprendere appieno lo stile africano di giocare e soprattutto le tecniche affinchè un bianco medio possa inserirsi degnamente in una partita tra africani.
Durante la stagione secca giocavo costantemente tutte le settimane. Le partite erano frequentate da ragazzi di ogni età ed in numero variabile. Quando non si raggiungevano i ventidue giocatori, il campo veniva accorciato e una porta veniva sostituita da una porticina delimitata da due mattoni. La cosa più curiosa è che, mentre una squadra per segnare doveva logicamente far passare il pallone nella porticina di mattoni, l'altra doveva colpire o i pali o la traversa della porta grande. Lascio giudicare a voi cosa fosse più difficile.
Per il villaggio di Bomalang'ombe fu una vera fortuna quella di avere un giocatore bianco tra le sue fila. Innanzitutto fornivo maglie e pallone, e poi il pick up dove caricavo tutta la squadra nelle trasferte negli altri villaggi. A pensarci bene, questi due aspetti potevano influire pesantemente sulla mia convocazione nelle partite tra villaggi…
Poi c'era anche il fattore del prestigio, e cioè che il Bomalang'ombe era l'unica squadra che poteva vantare un calciatore straniero!
Le due partite che ricorderò per tutta la vita furono anche quelle in cui segnai. A prima fu in casa contro il Masisiwe. I giocatori del Masisiwe, per scaldarsi, vennero di corsa dal loro villaggio, che distava 15 km. Dopo la partita, sempre di corsa, vi fecero ritorno.
Segnai il gol del 2-0, e ricordo di essere impazzito per l'esultanza e di aver travolto alcuni bambini che guardavano la partita vicino alla porta. Andai ad abbracciare l'autista del progetto (tifoso sfegatato) e fui festeggiato da tutta la squadra. Per settimane si parlò del primo bianco ad aver segnato in una partita tra villaggi.
La seconda partita memorabile fu contro l'acerrimo rivale, il Mwatasi, giocando fuori casa. Come sempre fu un match molto combattuto e l'arbitro molto contestato. Segnai il gol del 2-1, ma la palla, dopo essere entrata, colpì un tifoso che si trovava dietro la porta e ritornò in campo. Noi esultammo, ma l'arbitro fu ingannato da questo rimbalzo e annullò il gol. A questo punto si scatenò un'immensa rissa (evento estremamente frequente) e noi abbandonammo indignati il campo. Lungo tutta la strada del ritorno, i giocatori assiepati nel cassone del pick cantavano orgogliosamente la frase "I nostri giocatori arrivano dall'Europa!". Un vero momento magico.M.L.

