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mercoledì 26 settembre 2018

Progetto Agricolo Madagascar - I annualità


Il progetto ha come obbiettivo il miglioramento della vita economica e sociale delle famiglie rurali, contribuendo ad aumentare il reddito delle famiglie, a ridurre la durata della stagione di assenza di alimenti (coincide con la stagione delle piogge) e a migliorare la qualità del cibo disponibile per ogni 

famiglia. Ciò attraverso l’incremento della produzione di prodotti agricoli (riso, arachidi e allevamento di polli) e dell’ottenimento di migliori prezzi di vendita (formazione e stoccaggio comunitario).
La metodologia di implementazione si basa sulle attività di prossimità, l'organizzazione degli abitanti del villaggio attraverso le associazioni e lo sviluppo delle capacità dei contadini relativamente alle nuove tecniche di coltivazione. Sei animatori rurali frequentano almeno una volta al mese ogni villaggio.


I fondi del progetto sono autogestiti dal gruppo. Le famiglie ripagano i semi ai rispettivi gruppi

giovedì 22 maggio 2014

Come Nutriremo 9 Miliardi di Persone?

L’edizione inglese del National Geographic del mese di Maggio pone una questione fondamentale per la nostra civiltà ed il futuro del pianeta intero. Nell’anno 2050 il nostro pianeta sarà abitato da 9 miliardi di esseri umani; considerando il tremendo impatto che la popolazione attuale sta producendo sull’atmosfera e sulle risorse naturali, come sarà possibile nutrire tutti senza provocare il definitivo collasso naturale e climatico? Le due grandi correnti del pensiero “alimentare” rispondono a questo quesito in maniera diametralmente opposta. I sostenitori dell’agricoltura biologica e i vegetariani affermano che l’attuale modello di sviluppo è sbagliato e che l’uomo dovrà produrre cibo eliminando pesticidi e fertilizzanti oltre a smettere di mangiare carne, la cui produzione è troppo onerosa in termini di inquinamento e consumo di risorse. Il mondo dell’industria invece

giovedì 20 marzo 2014

Tecnologia InformAfrica (2)

Dopo la prima distribuzione di computer del settembre 2012 (vedi post "Tecnologia InformAfrica"), VolontariA è stata in grado di donare altri computer portatili sanando alcune situazioni di bisogno. Ancora una volta tutto questo è stato possibile grazie all'aiuto  di Informatici senza Frontiere.
Alcuni degli studenti che VolontariA sostiene dal 2008 in questi anni stanno proseguendo gli studi all'Università, dove i costi dell'istruzione sono totalmente proibitivi per una famiglia tanzaniana media (laddove i genitori fossero ancora presenti) e addirittura impensabili per i nostri ragazzi orfani.  Per sottolineare maggiormente il carattere esclusivo

giovedì 20 febbraio 2014

Lettere dalla Tanzania

Questa settimana abbiamo ricevuto una meravigliosa sorpresa. Sono giunte (dopo tre mesi di peripezie postali...) le lettere dei ragazzi sostenuti presso la Scuola Secondaria Nyota ya Asubuhi di Ilamba. Sono già state inviate a coloro che hanno scelto di sostenere a distanza questi ragazzi, ma abbiamo voluto scansionarne alcune per condividere questa emozione con tutti gli amici. Queste parole ripagano i volontari di tutti gli sforzi e i generosi donatori dell' impegno economico.

martedì 10 settembre 2013

Grazie VolontariA, ma...

Il video che segue è dedicato a tutte le persone che sostengono VolontariA. Esso documenta la festa che la scuola primaria di Mwanzala ha organizzato per il gruppo in visita nel mese di Agosto. Questa scuola è nata per accogliere gli studenti in esubero dalla scuola primaria di Bomalang'ombe, che ormai ha raggiunto e superato le mille unità. VolontariA ha contribuito attivamente alla sua costruzione, e la scuola ha voluto dimostrare la propria gratitudine in questo modo. Alla festa hanno partecipato anche le autorità di villaggio e molti genitori dei ragazzi. Alla festa eravamo presenti solo in tre, ma era come se al nostro fianco ci foste tutti voi.

Eppure c'è anche un ma. Purtroppo la scuola di Mwanzala

domenica 20 gennaio 2013

Lettera dal Madagascar

Quest'anno il giorno di Natale siamo stati a Maroloana, un villaggio con cui avevamo collaborato negli anni scorsi. Abbiamo assistito ad una messa davvero molto bella e molto sentita non solo perché era Natale ma soprattutto perché il villaggio ha avuto la possibilità di avere il prete che dice messa, evento che si verifica una volta all'anno, e in occasione del Natale erano ormai tre anni che non c'era un prete. Normalmente è il catechista che presiede la celebrazione. Finita la messa abbiamo pranzato nella casina del catechista, con il prete e altre persone della parrocchia. Antipasto con cetrioli in insalata, piatto forte riso e gallina. Finito il pranzo siamo usciti a fare due passi nel villaggio e Gemma sembrava il pifferaio magico, aveva al seguito una cinquantina di bimbi che la osservavano e ogni tanto qualcuno la toccava per vedere se la pelle oltre ad essere bianca avesse anche una consistenza diversa dalla loro. Non ultimo, era tutto un vociare di "Ehi, sembra il Gesù bambino del presepio della chiesa!" Abbiamo invece trascorso il Capodanno in capitale con gli altri volontari. Goffredo ha trasformato il manico di un badile in un mattarello romagnolo e voilà tagliatelle con ragù di zebù. Serata molto bella in comunità.
I mesi di Novembre e Dicembre sono stati dedicati principalmente alla realizzazione dei pozzi e siamo molto onorati di dirvi che il villaggio di Maritampona si è organizzato tanto bene da aver già terminato tutti i pozzi in programma e più!
Qualche numero:  42 pozzi terminati, 30 equipe di scavatori impiegate composte da 3 persone ciascuna,

sabato 22 settembre 2012

Tecnologia InformAfrica

La capacità di utilizzare un computer e di accedere al web sono divenute requisiti  essenziali anche per chi vive e lavora in paesi poveri. Esse permettono inoltre, a chi opera nell’ambito della cooperazione,  di trasmettere informazioni e immagini in tempo reale e di mantenere costantemente aperto un canale di  comunicazione nei confronti di partner e collaboratori esteri.  Senza questa opportunità il lavoro di associazioni come VolontariA, che si avvale nei paesi in cui opera esclusivamente di operatori locali, non sarebbe assolutamente possibile.
Grazie all’aiuto di Riccardo Ruffilli, Maurizio Da Ros e Nicola Battistoni di Informatici senza frontiere, ed alla generosità di Vanni Ricciardi e Fabio Malagoli, è stato possibile reperire 4 computer portatili che sono stati consegnati ai nostri referenti di progetto in Kenya e Tanzania. Crediamo che questo permetterà un salto di qualità del loro lavoro. VolontariA si è impegnata a finanziare corsi di informatica e di lingua inglese anche per gli altri collaboratori, in modo da poter ampliare la cerchia di lavoratori in grado di svolgere un lavoro qualificato ed essenziale come quello delle relazioni internazionali e della comunicazione.
Patrick Muthui, del Centro per Anziani di Wajir (Kenya)

John King'ori, del Centro per Anziani di Wajir (Kenya)

Spinola Matamwa, della Bomalang'ombe Village Company (Tanzania)

Virgilio Kihwele, del CEFA Bomalang'ombe (Tanzania)


lunedì 13 agosto 2012

Radio Shabelle

Abdu Jeylani Marshale era un comico radiofonico molto conosciuto in Somalia. E’ stato ucciso il 6 agosto mentre tornava a casa, giustiziato con un colpo alla nuca ed uno al torace.
Ahmed Ado Anshur era il conduttore di un talk show serale molto popolare. E’ caduto in un agguato di miliziani mentre si recava al lavoro, nella sede della radio a Mogadiscio.
Questi in ordine cronologico sono gli ultimi due operatori di Radio Shabelle a trovare la morte a causa del loro lavoro.
Da quando Radio Shabelle è stata fondata, nel 2002, dieci suoi collaboratori sono stati barbaramente uccisi. Tra questi anche due suoi direttori hanno perso la vita.
I motivi, se mai un omicidio può trovare una giustificazione, sono il dissenso verso le milizie fondamentaliste di Al Shaabab o le critiche che vengono rivolte al governo di transizione, colpevole di corruzione e appropriazione degli aiuti umanitari che abbondanti giungono in Somalia. 
http://www.repubblica.it/esteri/2012/02/05/foto/radio_shabelle_voci_dalla_paura-29385251/1/
Radio Shabelle è l’ultima voce dell’informazione libera rimasta in Somalia, e come tale viene continuamente sottoposta a minacce, attentati e ritorsioni.

domenica 16 maggio 2010

Un Diritto Negato

Tilivon ha 16 anni, ed è figlio del catechista del villaggio di Bomalang’ombe. E’ uno studente esemplare, ed i buoni risultati conseguiti durante la scuola primaria gli hanno consentito di accedere ad una scuola secondaria pubblica. Purtroppo, conformemente alle normative riguardanti la distribuzione degli studenti nella scuola pubblica, è stato destinato alla una scuola di Tunduru, che si trova a circa 500 chilometri da casa sua. Queste leggi, apparentemente crudeli, sono state introdotte dal primo presidente della Tanzania, Nyerere, allo scopo di formare classi composte da ragazzi provenienti da regioni diverse. In questo modo i ragazzi sono abituati fin da piccoli a frequentare un ambiente multietnico e ciò a contribuito a rendere la Tanzania uno dei pochi paesi dell’Africa a non conoscere tensioni sociali di matrice etnica. Trifon probabilmente non è al corrente del motivo per cui è costretto a rivedere la propria famiglia una volta all’anno affrontando un viaggio lungo e costoso, però accetta con gioia questa situazione perchè gli consente di studiare nella scuola secondaria.
Ayubo e Titus provengono da Kitemela, una piccola comunità rurale di poche centinaia di anime. Per arrivare al loro villaggio si è costretti a percorrere una strada sconnessa che è transitabile dalle auto pochi mesi all’anno. Le loro famiglie, come tutte quelle di Kitemela, traggono le proprie risorse dal lavoro dei campi e non possono permettersi di pagare la retta scolastica né le altre spese. Ogni studente infatti deve provvedere autonomamente all’acquisto del materiale scolastico, della divisa, del materasso, del cibo, del sapone, delle stoviglie, e di tutto l’occorrente per vivere lontano da casa propria. Ayubo e Titus sono i primi due abitanti del loro villaggio ad entrare nella scuola secondaria.





Jemaida vive a Mbawi, un villaggio situato sulle montagne della Tanzania meridionale. Frequenta la scuola secondaria a Masisiwe, che dista a piedi da casa sua un paio d’ore. Ogni giorno quindi Jemaida si alza molto prima dell’alba per arrivare puntuale a scuola per farvi poi ritorno alcune ore dopo il tramonto. Eppure, nonostante le difficoltà che la frequenza della scuola implica, Jemaida è una bambina fortunata perché, a differenza della maggior parte dei suoi coetanei di Mbawi, può ricevere un’istruzione che forse un giorno le consentirà di trovare un buon lavoro e quindi guadagnare abbastanza soldi da mantenere la sua famiglia.






Queste sono solo alcune delle storie dei ragazzi che beneficiano del progetto di Sostegno Scolastico di VolontariA onlus. La Tanzania è uno dei paesi dell’Africa con la più alta frequenza nelle scuole primarie (97 % - fonti Unicef), mentre è uno degli ultimi al mondo in fatto di accesso all’istruzione secondaria (4,8% - fonti Unesco). Mentre infatti le scuole primarie sono pressoché gratuite, le scuole secondarie rappresentano per le famiglie una spesa proibitiva. I pochi ragazzi che guadagnano per merito scolastico il diritto di accedere alla scuola governativa, dal costo accessibile, sono costretti a frequentarla lontano dal villaggio natale, e quindi a sostenere elevatissimi costi di vitto, alloggio e di trasporto. Quelli invece che potrebbero frequentare soltanto una scuola secondaria privata, seppur vicina a casa, devono pagare rette annuali onerosissime. In un modo o nell’altro una famiglia media tanzaniana dal reddito di circa 400 dollari all’anno, non può permettersi gli studi secondari dei propri figli. Il risultato è che spesso due o tre famiglie di parenti scelgono di unire le proprie misere finanze e di riservare questo privilegio a soltanto uno tra tutti i loro figli. Purtroppo la moderna vita cittadina richiede questo genere di qualifica per l’assunzione ad un lavoro dignitoso, completando quindi il meccanismo che perpetua la spirale di povertà.



L’istruzione è uno fra i più elementari diritti dell’essere umano e non c’è genitore in Tanzania che non sarebbe disposto a qualunque sacrificio per garantire questo diritto ai propri figli. La considerazione più dolorosa è che quello che è impossibile per due genitori in Tanzania, e cioè il pagamento della retta scolastica per uno dei propri figli, rappresenta uno sforzo assolutamente esiguo per un abitante del mondo cosiddetto evoluto: con 250 euro all’anno si può far fronte a questa spesa e garantire l’istruzione ad uno studente africano. E’ possibile che non si riesca a donare il superfluo per garantire l’essenziale ad un nostro simile?

M.L.