giovedì 26 maggio 2011

Sono disposto a tutto

Di seguito riporto fedelmente un messaggio che un amico allevatore ha trovato nella buchetta delle lettere.

CERCO QUALSIASI TIPO DI LAVORO
QUALSIASI ORARIO SONO SENEGALESE BRAVO
SERIO ONESTO E IN MOBILITA' FINO 2013
DISPONGO DI UNA MACCHINA NON MI INTERESSA
FERIE O FESTE LA PAGA NON IMPORTA
SONO DISPOSTO A LAVORARE IN NERO ANCHE
MOMENTANEAMENTE. QUANDO HO UN LAVORO
LA MIA PRESENZA E' GARANTITA OGNI
GIORNO.

Sono due le considerazioni che sorgono spontanee:
Prima considerazione. Se questo senegalese afferma di non essere interessato a lavorare "solo" durante i canonici giorni lavorativi, di rinunciare alle ferie e di non badare neppure alla paga significa che ha già incontrato sulla sua strada datori di lavoro che gli hanno imposto queste condizioni;
Seconda considerazione. In un mercato del lavoro così degenerato e iniquo non lavora chi è il più competente ma chi è il più disperato e disposto a rinunciare a tutti i suoi diritti pur di portare a casa qualche soldo.



E' un paese civile questo?

martedì 24 maggio 2011

Frammenti Albanesi

Lonely Planet ha assegnato all’Albania il primo posto fra le migliori mete turistiche per il 2011. Chi conosce questo paese e non è schiavo dei soliti pregiudizi che vi aleggiano intorno  non può che condividere la scelta. Personalmente sono capitato in Albania in due occasioni, nel 2002 e nel 2004. La prima volta l’obbiettivo era la missione della Caritas di Reggio Emilia presso il villaggio di Gomsiqe, nel nord dell’Albania presso la cittadina di Lac Vau i Deiës. Nel 2004 invece l’Albania è stata l’ultimo paese che ho visitato nel corso di un Balkan Tour via terra che ha toccato anche Romania, Serbia e Kosovo. In quell’occasione la meta era il progetto del CEFA ad Elbasan, nell’Albania centrale, dove due amici lavoravano. Non ho avuto quindi la possibilità di vivere l’Albania come meta turistica, ma ne ho sicuramente apprezzato le potenzialità in entrambi i casi. Curiosamente conservo ricordi sfuocati delle esperienze vissute, ma alcuni aspetti sono rimasti nitidamente impressi nella memoria. Innanzitutto la purezza e vastità della natura. In Europa siamo abituati a vivere in contesti urbani separati da timidi spicchi di natura. In Albania è l’esatto contrario. E’ possibile viaggiare per ore senza incontrare case né abitanti, costeggiando aspri dirupi, vaste pianure, laghi cristallini. L’impressione che mi è rimasta è che in Albania la natura sia più “cattiva” e severa, che non sia ancora stata domata dall’uomo, e che continui ad imporre le sue leggi. Come detto ho attraversato solo la parte settentrionale del paese, per cui non può che trattarsi di un’impressione parziale. La mia famiglia ha già formulato il desiderio (da realizzare un giorno…) di completare un giro dell’Albania includendo le meravigliose mete storiche e naturali che la compongono. La costa di Saranda, i siti archeologici di Butrinto e Apollonia, le cittadine ottomane di Argirocastro e Berat, il castello di Croia, il lago di Ocrida, gli imponenti monti Sharr, la zona di Scutari ed il lago di Koman… sono solo alcune delle mete papabili di un viaggio prossimo venturo nel paese più bello del 2011.









martedì 17 maggio 2011

Gerusalemme e la Terra (che fu) Santa

Alcune sere fa alcuni amici mi hanno mostrato le foto scattate nel corso di un loro viaggio in Israele nei luoghi che furono il teatro della vita (e della morte) di Gesù Cristo. Mentre le immagini scorrevano davanti ai miei occhi, non riuscivo a non pensare ad un capitolo del libro "viaggi e altri viaggi" di Antonio Tabucchi, il quale a sua volta cita il libro "Jerusalem. City of mirrors" di Amos Elon. Riporto alcuni brani di questo capitolo, sottolineando che non so dare un giudizio su queste parole; nonostante ciò, esse si sono impresse a fuoco nella mia memoria.

[...] un pellegrino domenicano del XV secolo, Felix Fabi, osserva che la concezione di un solo Dio (il monoteismo) unisce le differenti religioni di Gerusalemme, ma la pratica di tali religioni in fondo le divide ancora di più. Il bravo pellegrino fa una lista lunghissima delle fedi ivi praticate, e di tutte le sfumature dell'Ebraismo, dell'Islamismo e del Cristianesimo. Greci, Siriani, Armeni, Nestoriani, Gregoriani, Maroniti, Beduini, Turcomanni, Mamelucchi e, aggiugerei, Copti (Etiopi ed Egiziani), Giacobiti siriani, Greci ortodossi [...] si avvicendano con un'agenda oraria ferrea ogni giorno a Gerusalemme per onorare e custodire la memoria dello stesso Dio. Dio che in principio sarebbe lo stesso, ma di cui in realtà ciascuno si sente il "vero" interprete. [...]
La concentrazione in uno spazio così ristretto di tante convinzioni diverse fa pensare a tante vedove di uno stesso defunto che vivono nella stessa casa, ciascuna di esse convinta di essere la "vera e unica" vedova. E' presumibile che lo spirito del defunto, se eventualmente esisteva, si sia nel frattempo trasferito altrove lasciando un grande vuoto.
A riempirlo sono rimasti i suoi adepti, con tutto il loro zelo e la loro granitica fede, rappresentando solo se stessi e presidiando il Nulla.

sabato 14 maggio 2011

Uniti per l'Egitto

Lo scorso venerdì 13 Maggio musulmani e cristiani copti hanno manifestato in migliaia in Piazza Tahrir per proclamare l'unità nazionale e la loro vicinanza al popolo palestinese. La stampa italiana ha appena sfiorato questa notizia, riaffermando di fatto che le notizie provenienti dal nord Africa che non raccontino di bombe o morti non devono interessare i lettori italiani.
Personalmente ho trovato la notizia piuttosto interessante, e ho voluto approfondirla sui siti delle agenzie internazionali e su alcuni blog esteri. In uno di questi, ho trovato la foto di uno striscione esibito nel corso della manifestazione. Nello striscione compare un simbolo formato dall'unione della mezzaluna islamica e della croce cristiana. In uno degli stati islamici più grandi del mondo (il 90% degli 80 milioni di abitanti sono musulmani) e con il maggior numero di cristiani (i copti) è comparso un simbolo che a me sembra rivoluzionario molto al di là dei confini egiziani. Nel corso della mia ricerca ho scoperto che questo simbolo era stato utilizzato dalla popolazione, nella medesima piazza, in almeno altre due circostanze: il 6 Febbraio e l'11 Marzo.

Il perchè di questa audacia è riassunto nelle parole di Rana, una delle manifestanti di piazza Tahrir: "Tutti gli Egiziani, siano cristiani o musulmani, vogliono il cambiamento, la giustizia e la libertà per il popolo". Le manifestazioni organizzate nel corso degli ultimi sei mesi sono nate anche in risposta agli attentati orditi dai fondamentalisti che hanno preso di mira i cristiani copti. Il popolo egiziano è sceso in piazza per affermare la sua unità e la comune aspirazione verso la democrazia e la libertà. Questa protesta ha preso corpo ed ha incendiato gli animi dei cittadini egiziani grazie ai moderni network di comunicazione e informazione, e ha visto i giovani come interpreti principali. In nome del progresso civile e dei diritti umani il Corano e la Croce sono stati impugnati insieme a sancire la solennità del momento che sta vivendo l'Egitto e l'indissolubilità del patto che cristiani e musulmani stanno stabilendo per il bene del loro paese.

Il rapporto tra cristiani e musulmani rappresenta la grande sfida del nostro tempo, e dall'Egitto proviene un esempio della strada che tutto il mondo dovrebbe seguire, e cioè trovare unità nel rispetto delle differenze. Contro il terrorismo e per colmare la distanza che separa le parti occidentale ed orientale di questa nostra Terra non c'è altra soluzione che questa.
M.L.

Le immagini di questo post sono state tratte dai seguenti blog e siti:
http://wondersofpakistan.blogspot.com/
http://blogs.reuters.com/faithworld
http://www2.canada.com/topics/bodyandhealth/story.html?id=4424754
http://muslimvillage.com/
http://www.bosnewslife.com/16697-egypts-christians-muslims-facing-tensions-after-unity

martedì 10 maggio 2011

Il Senso del Viaggio (3)

Il brano che segue è tratto dalla nota introduttiva del libro "Viaggi e altri viaggi" di Antonio Tabucchi. E' uan riflessione molto profonda sul viaggio e come tale merita di essere letta con attenzione.

[...] Ma, a conti fatti, ho viaggiato molto, lo ammetto; ho visitato e ho vissuto in molti altrove. E lo sento come un grande privilegio, perche posare i piedi sul medesimo suolo per tutta la vita può provocare un pericoloso equivoco, farci credere che quella terra ci appartenga, come se essa non fosse in prestito, come tutto è in prestito nella vita. Costantino Kavafis lo ha detto in una straordinaria poesia intitolata Itaca: il viaggio trova senso solo in se stesso, nell'essere viaggio. E questo è un grande insegnamento se ne sappiamo cogliere il vero significato: è come la nostra esistenza, il cui senso principale è quello di essere vissuta.

Rileggo questi viaggi che in qualche modo sono le tessere del Viaggio che ho fatto finora. Alcuni mi suscitano allegria, altri nostalgia, altri ancora rimpianto. Molti portano bei ricordi: furono (continuano ad essere nella memoria) viaggi molto belli. Ma forse mancano i viaggi più straordinari. Sono quelli che non ho mai fatto, quelli che non potrò mai fare. Restano non scritti, o chiusi in un loro segreto alfabeto sotto le palpebre, la sera. Poi arriva il sonno e si salpa.