martedì 17 maggio 2011

Gerusalemme e la Terra (che fu) Santa

Alcune sere fa alcuni amici mi hanno mostrato le foto scattate nel corso di un loro viaggio in Israele nei luoghi che furono il teatro della vita (e della morte) di Gesù Cristo. Mentre le immagini scorrevano davanti ai miei occhi, non riuscivo a non pensare ad un capitolo del libro "viaggi e altri viaggi" di Antonio Tabucchi, il quale a sua volta cita il libro "Jerusalem. City of mirrors" di Amos Elon. Riporto alcuni brani di questo capitolo, sottolineando che non so dare un giudizio su queste parole; nonostante ciò, esse si sono impresse a fuoco nella mia memoria.

[...] un pellegrino domenicano del XV secolo, Felix Fabi, osserva che la concezione di un solo Dio (il monoteismo) unisce le differenti religioni di Gerusalemme, ma la pratica di tali religioni in fondo le divide ancora di più. Il bravo pellegrino fa una lista lunghissima delle fedi ivi praticate, e di tutte le sfumature dell'Ebraismo, dell'Islamismo e del Cristianesimo. Greci, Siriani, Armeni, Nestoriani, Gregoriani, Maroniti, Beduini, Turcomanni, Mamelucchi e, aggiugerei, Copti (Etiopi ed Egiziani), Giacobiti siriani, Greci ortodossi [...] si avvicendano con un'agenda oraria ferrea ogni giorno a Gerusalemme per onorare e custodire la memoria dello stesso Dio. Dio che in principio sarebbe lo stesso, ma di cui in realtà ciascuno si sente il "vero" interprete. [...]
La concentrazione in uno spazio così ristretto di tante convinzioni diverse fa pensare a tante vedove di uno stesso defunto che vivono nella stessa casa, ciascuna di esse convinta di essere la "vera e unica" vedova. E' presumibile che lo spirito del defunto, se eventualmente esisteva, si sia nel frattempo trasferito altrove lasciando un grande vuoto.
A riempirlo sono rimasti i suoi adepti, con tutto il loro zelo e la loro granitica fede, rappresentando solo se stessi e presidiando il Nulla.

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