lunedì 13 agosto 2012

Radio Shabelle

Abdu Jeylani Marshale era un comico radiofonico molto conosciuto in Somalia. E’ stato ucciso il 6 agosto mentre tornava a casa, giustiziato con un colpo alla nuca ed uno al torace.
Ahmed Ado Anshur era il conduttore di un talk show serale molto popolare. E’ caduto in un agguato di miliziani mentre si recava al lavoro, nella sede della radio a Mogadiscio.
Questi in ordine cronologico sono gli ultimi due operatori di Radio Shabelle a trovare la morte a causa del loro lavoro.
Da quando Radio Shabelle è stata fondata, nel 2002, dieci suoi collaboratori sono stati barbaramente uccisi. Tra questi anche due suoi direttori hanno perso la vita.
I motivi, se mai un omicidio può trovare una giustificazione, sono il dissenso verso le milizie fondamentaliste di Al Shaabab o le critiche che vengono rivolte al governo di transizione, colpevole di corruzione e appropriazione degli aiuti umanitari che abbondanti giungono in Somalia. 
http://www.repubblica.it/esteri/2012/02/05/foto/radio_shabelle_voci_dalla_paura-29385251/1/
Radio Shabelle è l’ultima voce dell’informazione libera rimasta in Somalia, e come tale viene continuamente sottoposta a minacce, attentati e ritorsioni.
Il suo ruolo essenziale di emittente di servizio verso il popolo somalo si palesa di giorno in giorno come quando, durante la carestia dello scorso anno, Radio Shabelle informò costantemente le centinaia di migliaia di persone colpite sulle strategie migliori per sopravvivere al cataclisma.
Repubblica, attraverso la sua rubrica MondoSolidale, mantiene una finestra aperta sui fatti che la riguardano. Per chi fosse interessato a conoscere gli ultimi sviluppi sul conflitto somalo, il sito di Radio Shabelle è la fonte migliore cui rivolgersi.
La storia di Radio Shabelle ricorda da vicino la vicenda di Jean Leopold Dominique, fondatore di Radio Haiti-Inter, unica radio libera sotto il regime dei dittatori haitiani Duvalier e Aristide. I collaboratori di questa radio furono sottoposti a numerosi attacchi che culminarono nell’assassinio di Dominique. Il documentario “The Agronomist”, diretto da Jonathan Demme,  racconta proprio la storia di Dominique e della sua radio Haiti-Inter.


In realtà, riflettendo meglio, queste storie non sono gli unici casi di persone uccise per difendere la verità e la libertà. Sono moltissimi al contrario i casi di questi eroi moderni, il cui esempio non può venire dimenticato. Deve anzi rappresentare uno stimolo per contaminare costantemente la nostra esistenza con le stesse loro aspirazioni, perseguendo con decisione i valori per cui sono morti.
M.L.

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