domenica 20 gennaio 2013

Lettera dal Madagascar

Quest'anno il giorno di Natale siamo stati a Maroloana, un villaggio con cui avevamo collaborato negli anni scorsi. Abbiamo assistito ad una messa davvero molto bella e molto sentita non solo perché era Natale ma soprattutto perché il villaggio ha avuto la possibilità di avere il prete che dice messa, evento che si verifica una volta all'anno, e in occasione del Natale erano ormai tre anni che non c'era un prete. Normalmente è il catechista che presiede la celebrazione. Finita la messa abbiamo pranzato nella casina del catechista, con il prete e altre persone della parrocchia. Antipasto con cetrioli in insalata, piatto forte riso e gallina. Finito il pranzo siamo usciti a fare due passi nel villaggio e Gemma sembrava il pifferaio magico, aveva al seguito una cinquantina di bimbi che la osservavano e ogni tanto qualcuno la toccava per vedere se la pelle oltre ad essere bianca avesse anche una consistenza diversa dalla loro. Non ultimo, era tutto un vociare di "Ehi, sembra il Gesù bambino del presepio della chiesa!" Abbiamo invece trascorso il Capodanno in capitale con gli altri volontari. Goffredo ha trasformato il manico di un badile in un mattarello romagnolo e voilà tagliatelle con ragù di zebù. Serata molto bella in comunità.
I mesi di Novembre e Dicembre sono stati dedicati principalmente alla realizzazione dei pozzi e siamo molto onorati di dirvi che il villaggio di Maritampona si è organizzato tanto bene da aver già terminato tutti i pozzi in programma e più!
Qualche numero:  42 pozzi terminati, 30 equipe di scavatori impiegate composte da 3 persone ciascuna,
un mese circa per mettere d'accordo le varie famiglie su come unirsi comunitariamente e su dove scavare il pozzo, 15 giorni per mettersi d'accordo su chi prendere come scavatori e come ospitarli nel villaggio, 10 giorni per scavare tra i 18 e 24 metri di pozzo a mano.
Ecco in sintesi la tecnica adottata dai lavoratori messi a disposizione dai villaggi per scavare i pozzi: dapprima utilizzano un badile con il manico di ferro molto corto e molto pesante per poter rompere la terra picconando verticalmente, poi tirano fuori la terra con un secchio. Il segreto per non far crollare il pozzo è di farlo perfettamente verticale senza mai allargare o stringere nemmeno di un centimetro il foro del pozzo. Si spera di trovare sempre terra argillosa che non frana, e nel caso scavando trovino terra nera o sabbia inseriscono dei mattoni all'interno per sostenere il pozzo. In ultimo, sperano di non trovare grosse pietre altrimenti si deve ricominciare in un altro punto. Si danno poi il cambio a scavare ogni ora circa perché più si va in profondità più manca l'aria. Per risalire il pozzo creano delle piccolissime fessure su cui fanno leva in contrapposizione con schiena e gambe. Nei prossimi giorni Goffredo e gli animatori e la popolazione monteranno le strutture superiori in ferro e i coperchi per terminare il tutto.
Il periodo delle piogge è iniziato in dicembre con piogge tutte le sere, mentre ora si è arrestato bruscamente e il caldo si fa sentire in modo dirompente. Piogge in Madagascar vuol dire coltivare e in ogni risaia si vedono le donne piegate in due a ripiantare il riso e togliere le erbacce. Da parte nostra son anche iniziate le attività di rimboschimento nei villaggi.
Avendo Elisa un po’ di tempo libero si è pensato di dare una mano all'ufficio diocesano di coordinamento delle scuole cattoliche con un progetto di animazione rivolto ai genitori perché prendano coscienza dell'importanza della scuola e quindi mandino i figli a scuola come primo obiettivo e che riservino anche una parte dei fondi famigliari per lo studio. In campagna non ci sono scuole statali e sono le chiese a gestire la scuola parrocchiale la quale deve essere mantenuta dai genitori, ma se ritengono lo studio l'ultima delle priorità famigliari, sicuramente non pagheranno mai il salario agli insegnanti. Tra l'altro, per venire incontro ai genitori, spesso il salario degli insegnanti si paga non in soldi ma in natura: riso o lavoro nei campi del maestro per permettergli di mangiare.
La cosa che accomuna un po’ tutte le nostre attività è l'animazione o formazione della popolazione nel cercare di aiutarla a comprendere le cose che portano sviluppo come acqua e istruzione e quindi lavorare comunitariamente per fare in modo che in autonomia si arrivi a mantenere un'opera come un acquedotto o gli insegnanti della scuola. La costruzione della scuola procede molto bene ed è quasi finita. Le suore in novembre vedendo che le cose andavano più che bene e vedendo i bisogni del villaggio han pensato di iniziare comunque l'anno scolastico anche senza banchi e senza porte e finestre, ma la lavagna c'è e gli studenti non mancano, sono iscritti in 112, ma soprattutto, cosa non da poco, non esiste ancora la casa delle suore. Il villaggio ha dato quindi loro per quest'anno una casina che se tanti dicono che la nostra è piccola, la loro è davvero minuscola: tre metri per quattro e ci vivono in quattro! 
Gemma sta bene, siamo arrivati a camminare tenendosi con una sola mano. Non c'è animale che la spaventi, per ora abbiamo conosciuto: cani, gechi, galline, pulcini, oche, conigli, tartaruga, capretta, maialini, zebù … anche se quest'ultimo abbiamo evitato di accarezzarlo!

Elisa & Goffredo & Gemma


 

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