martedì 29 novembre 2011

Il Museo Archeologico di Sarsina

Il Museo Archeologico (Nazionale) di Sarsina è uno dei segreti meglio nascosti della Romagna. Per un Museo questa non è certo una nota di merito, ma un fatto innegabile è che gli stessi romagnoli non conoscono le meraviglie che vi sono celate all’interno.
Diversi pezzi conservati nel Museo di Sarsina meriterebbero sale a loro dedicate al Metropolitan di New York o al British Museum di Londra.
Le fotografie non rendono loro giustizia e soltanto di persona è possibile cogliere la loro magnificenza ed importanza.
Di fatto si tratta di uno dei musei della civiltà romana più importanti dell’Italia Settentrionale e dovrebbe costituire una meta obbligata dei giri turistici e delle gite scolastiche in queste zone. Così, purtroppo, non è.
La maggior parte dei reperti provengono dalla Necropoli romana di Pian di Bezzo, i cui scavi principali sono stati condotti tra il 1927 ed il 1933. Alcune interessanti fotografie dell’epoca documentano le condizioni in cui venivano svolti gli scavi.
Trattandosi di una necropoli, ne consegue che molti oggetti e strutture rinvenute fossero di carattere funerario. L’imponenza di alcuni mausolei racconta con chiarezza l’importanza e la ricchezza delle persone cui furono dedicati, e testimonia come Sarsina, un piccolo centro sull’Appennino romagnolo, in passato non fosse né piccolo né isolato ma anzi si trovasse al centro di remunerativi traffici commerciali.

Che l’antica Sarsina fosse una località di intensi scambi commerciali e culturali è testimoniato anche dalle statue raffiguranti divinità appartenenti ai culti romano, greco, frigio, egizio ed orientale.
Il pezzo forte della collezione è senza dubbio l’imponente mausoleo di Rufus del I secolo a.C. che raggiunge i 13,5 metri di altezza. La sua disposizione al fianco di una luminosa vetrata da cui traspare una chiesa posta nelle vicinanze del museo è incredibilmente suggestiva ed esalta le caratteristiche di questo stupendo monumento.
Il museo ripercorre inoltre numerosi aspetti della vita quotidiana del tempo, dall’arredamento delle case, al cibo, alle tradizioni, ad opere di ingegneria idraulica, fino all’arte ed alla poesia in cui i romani eccellevano.
Nella prima sala è esposto un cippo funerario intitolato a Marcana Vera, che in forma di acrostico riporta una poesia meravigliosa:
Ver tibi contribuant sua munera florea grata
Et tibi grata comis nutet aestiva voluptas
Reddat et autumnus Bacchi tibi munera semper
Ac levi hiberni tempus tellure dicetur

La primavera ti offra il suo contributo di doni floreali a te graditi
E la voluttà dell'estate si inchini a te gradita sotto il peso delle sue spighe di grano
E l'autunno ti riporti sempre i doni di Bacco
E allora perfino la stagione invernale per la terra che ti ricopre si dirà piacevole
In una sala del secondo piano sono raccolti alcuni reperti delle civiltà umbre pre-romane, tra cui spiccano alcuni bronzetti votivi rinvenuti nell’attuale campo sportivo di Sarsina.
M.L.

1 commento:

Anonimo ha detto...

bellissime le foto