domenica 21 ottobre 2018

La mitra di pelle di capra

Questa storia mi è stata raccontata dal vescovo di Garissa, mons. Joseph Alessandro.

Il 28 marzo 2013 Papa Francesco dice queste parole ai sacerdoti di Roma: «Questo vi chiedo: di essere pastori con “l'odore delle pecore”, pastori in mezzo al proprio gregge, e pescatori di uomini».


Maralal è una cittadina situata nella parte settentrionale del Kenya e come tutta la regione è abitata prevalentemente da comunità di pastori nomadi delle etnie Samburu, Turkana, Rendille, Gabbra, Borana, ecc.

Il vescovo di Maralal si chiama Virgilio Pante, e come segnale di vicinanza alla sua gente si è fatto fabbricare la mitra da Lydia Letipila, una vecchia signora samburu di Baragoi. La signora Lydia la compone con i tipici materiali Samburu: pelle e perline.

Il 16 aprile 2015, durante la visita dei vescovi del Kenya a Roma, mons. Pante offre la sua mitra a Papa Francesco e memore delle sue parole di due anni prima gli dice: “ti offro la mia mitra, ti ho preso in parola ed è impregnata dell’odore delle pecore”
Il Papa, da buon intenditore, l’annusa ed esclama: "Questa non è pecora, ma capra!".
Era veramente pelle di capra.
"E' vero - ha risposto mons. Pante - ma anche le capre sono parte del gregge".

Dal 25 al 27 novembre 2015 Papa Francesco visita il Kenya. Il 26 novembre celebra la messa al campus di Nairobi. Durante la cerimonia Francesco cerca tra i vescovi il mons. Pante e gli fa
l’occhiolino. 
Per l’occasione ha scelto di indossare una mitra di pelle di capra con le perline che si è portato da Roma…


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