domenica 1 dicembre 2013

Niente è Stato Più Come Prima (forse)

Credo che l’ottanta per cento di coloro che visitano la Normandia vi giunga appositamente per i luoghi dello sbarco. Io appartengo al restante venti per cento. Sono però sicuro che a prescindere dal motivo per cui ci si arrivi in un modo o nell’altro si sia costretti a fare i conti con la storia. Strade, statue, chiese, segnali stradali, negozi… tutto in Normandia richiama al 6 giugno 1944. Sono state scritte tonnellate di carta e girati chilometri di pellicola sullo Sbarco (con la “S” maiuscola), eppure la storia non è riuscita a fornire un’interpretazione condivisa di quello che fu uno dei giorni più sanguinosi della storia dell’umanità.
I due cimiteri militari, quello americano e quello tedesco, forniscono
una rappresentazione esemplare di quanto affermo.
Il memoriale americano, presso Omaha beach, è un inno al sacrificio e alla gloria dei martiri del D-Day. Le frasi storiche dei generali americani che riempiono le pareti del memoriale consegnano all’eternità il sacrificio dei migliaia di soldati alleati che hanno perduto la vita nel corso di quel triste giorno ed in quelli seguenti. Il cimitero poi, è monumentale. Una distesa infinita di croci bianchissime domina un’ampia spianata che domina la spiaggia di Omaha beach e l’Oceano Atlantico. Francamente trovo che l’architettura ricordi lo stile razionalista tipico del fascismo e che la statua centrale richiami un ideale di superuomo tanto caro ai totalitarismi. Devo riconoscere però che il complesso è molto toccante e che invita al raccoglimento.
Il cimitero tedesco è completamente l’opposto. Le croci ricoprono una superficie ugualmente grande, eppure sono piccole ed in pietra grezza. Non si trovano sopra un prato immacolato come quelle americane, ma giacciono sotto grandi alberi. Si avverte il peso della sconfitta, ma soprattutto emerge la dignità di coloro che credono che anche quelli che la storia (scritta dai vincitori) ha etichettato come i “cattivi” meritino una degna sepoltura. Il memoriale tedesco è piccolo ed evidentemente realizzato con i pochi fondi della commissione che lo gestisce. Non ci sono simbolismi, proclami o pretese di eternità. Nonostante questo, il messaggio lanciato dal memoriale tedesco secondo il mio modesto parere è quello giusto. Tutte le frasi e le fotografie che vi sono contenute rappresentano un forte grido di Pace. Una visione obbiettiva della storia dovrebbe considerare il D-Day come l’evento culminante di un lungo periodo di follia collettiva. Lo Sbarco in Normandia è stato una gigantesca mattanza, non  il modo che avevano i popoli liberi  per affermare la Pace. Come riportato nel memoriale tedesco, se la guerra è il sonno della ragione la Pace rappresenta il capolavoro della ragione stessa. Cito testualmente: “Una nazione deve essere preparata a leggere sobriamente la sua storia. Perché solo coloro che ricordano ciò che accade ieri possono comprendere quello che avviene oggi e cogliere in tempo ciò che potrebbe accadere domani”. Come nel memoriale tedesco, anche nelle chiese dei villaggi della Normandia viene proclamata la Pace. Sono a disposizione di tutti preghiere per la Pace ed in esposizione dipinti, campane, organi, cori lignei dedicati alla Pace. 
La distinzione fra i diversi messaggi lanciati dai luoghi di commemorazione può sembrare filosofica o accademica, però queste rappresentazioni nascono da una lettura della storia molto diversa che si riflette negli avvenimenti del mondo odierno. La guerra non può essere mai un modo per affermare la Pace, ma è solo uno strumento in mano ai potenti per affermare i propri interessi. Pensate agli eventi che si sono succeduti dopo lo Sbarco. Gli alleati hanno vinto la guerra e sconfitto il nazismo. Ma dalla seconda guerra mondiale è nata la contrapposizione Est-Ovest e la Guerra Fredda. Quanta Pace e quanta Libertà si sono respirate in quei lunghi anni?
M.L.

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