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venerdì 6 settembre 2019

Andavamamba, nella bocca del coccodrillo


“Chi entra deve sapere che potrebbe non uscirne vivo, per questo si chiama Andavamamba – nella bocca del coccodrillo”. Queste sono le parole rassicuranti che Don Luciano pronuncia lungo la strada che collega la sua missione al malfamato quartiere di Andavamamba.
Don Luciano Mariani è un missionario Orionino che vive ad Antananarivo da tanti anni, quindici per l’esattezza. Dalla “bocca del coccodrillo” provengono tanti bambini e ragazzi che frequentano le scuole della missione, e molti adulti si recano alla chiesa la domenica per seguire la messa. La chiesa è semplice ma enorme, e durante la funzione arriva a contenere più di tremila persone.
Per un bianco, o “vazaha” come dicono da queste parti, entrare ad Andavamamba sarebbe impossibile. Don Luciano è conosciuto e rispettato, e la sua presenza è il salvacondotto che apre le fauci del coccodrillo senza venire masticati.
Questo quartiere di sviluppa oltre una delle strade più trafficate della capitale, piene di negozi per turisti, ville e centri commerciali. E’ la perfetti sintesi del nostro mondo: oltre il limite netto che circoscrive la ricchezza, c’è la miseria e la povertà assoluta. O stai di qua, o stai di là.
Ci sono termini molto eloquenti per definire questo quartiere della capitale malgascia: bidonville, slum, favela, baraccopoli.
La particolarità di Andavamamba è che le baracche sono distribuite su un terreno acquitrinoso. L’acqua è putrida, vi galleggiano spazzatura e carcasse di animali. È facile intuire che nella stessa acqua finiscano le deiezioni dei suoi abitanti. In mezzo alla palude si elevano isolotti, e su queste porzioni di terra asciutta le baracche si ammassano le une sulle altre, collegate da un dedalo di vicoli strettissimi che consentono a malapena il passaggio ad una persona per volta. La palude è attraversata da un labirinto di passerelle traballanti, sconnesse, pericolanti. Noi bianchi le percorriamo con un misto di vertigini ed orrore, al pensiero di finire in quelle acque putride, mentre gli abitanti le superano saltellando con agilità, trasportando in molti casi sulle spalle e sulla testa carichi voluminosi e pesanti.
Ci sono bambini ovunque e moltissimi, ci dice Don Luciano, non frequentano nessuna scuola. Chissà
quanti non sono stati nemmeno registrati all’anagrafe e quindi, per lo Stato, non esistono. Trascorrono le giornate giocando tra i rifiuti, percorrendo le insicure passerelle pronte ad inghiottirli.
Al passaggio dei cicloni, sempre più drammatico negli anni recenti, Andavamamba viene allagata, le baracche distrutte, gli abitanti annegano e scoppiano epidemie.

È un luogo sconvolgente.

Andavamamba sembra essere uscita dalle pagine de “La città della gioia”. Nel pomeriggio passato nel quartiere siamo riusciti a intraprendere il percorso emotivo e spirituale che il protagonista del libro vive nello slum di Calcutta (che mi dicono essere molto migliorato rispetto ai tempi in cui fu scritto il libro). Le prime sensazioni sono state disgusto e repulsione. Gli odori, la sporcizia, le condizioni disumane di vita, colpiscono la mente con la forza di un maglio e gettano in uno stato di 
incredulità e disperazione. Poi, minuto dopo minuto, emergono le persone. È possibile scorgere gli sguardi puri, i sorrisi e – incredibili a dirsi – sprazzi di gioia. Come è possibile che ci sia felicità in un luogo come questo, in cui manca tutto e la povertà ha un aspetto così crudo e violento? Poi, trovandosi in mezzo a bambini sghignazzanti e persone accoglienti, si affaccia il pensiero che luoghi come questo trasudino di umanità e di verità, valori che la nostra società soffoca nel lusso e nel cemento perché tutto ciò che non è bello e di tendenza va nascosto.
Va tenuta lontana la tentazione di idealizzare luoghi che gridano vendetta contro la nostra società opulenta, ma il sorriso del povero è un tarlo capace di scavarti dentro e di metterti piano piano a nudo, dall’interno. 
Non si possono scordare gli abitanti di Andavamamba.

Queste le parole di Sofia, pronunciate al ritorno:




 Grazie a Giacomo A. per le foto.

venerdì 29 gennaio 2016

Mikumi National Park (eng)

Mikumi National Park is the most comfortable and cheap opportunity for gaming in Tanzania. It is located just four hours driving from Dar es Salaam and is therefore accessible daily from the capital. This park can be safely visited with private vehicles since it’s crossed by roads in excellent condition and covered by a complete and accurate signage network. It is sufficient to purchase a map at park office to make sure to easily roam once inside the main gate.
The main feature of Mikumi is to be crossed, in its northern part, by a long segment (about fifty kilometers) of one of the main roads of Tanzania, leading from Dar es Salaam to southern Tanzania and then in Zambia.
Every time it happens to pass along this road there is the guarantee to see just on the edge of the tarmac the typucal savanna games: elephants, giraffes, zebras, impala, buffalo and baboons. In some cases the lucky ones could even admire lions asleep on the way.
The intersection of the road also leads to

giovedì 6 agosto 2015

Il Senso del Viaggio (4)

Prosegue la riflessione intorno al viaggio. Dopo la prima, la seconda e la terza parte, riporto un ragionamento che concepisce il viaggio come terapia psicologica: a ciascuno il suo.
Per la versione sottotitolata in italiano cliccare su questo link.

giovedì 1 gennaio 2015

Tsiroanomandidy: Arc en Ciel Center

The Arc En Ciel (Rainbow)  is an educational center receiving  children and young people suffering mental illness and physical disabilities. The principle of this center is to receive
these children and give them support and basic education, train them to a manual work, play with them, teach them and improve their communication (speaking, express). Furthermore, the efforts of the staff is directed to give them self- confidence and to help them finding their place within their families and within society. Arc En Ciel harbors people who have these disorders and disabilities issues, without being a special school because boarders cannot follow properly usual school programs.
Most boarders are children rejected by

Tsiroanomandidy: Le Centre Arc en Ciel

Le foyer Arc en ciel est un foyer éducatif accueilli les enfants et des jeunes qui souffrent des maladies psychiques et des handicapés physiques. La raison d’être du foyer est d’accueillir
ces enfants dans le but de les accompagner, donner à eux l’éducation de base, leur donner l’apprentissage aux travaux manuel, lecture, apprendre la communication (parler, exprimer) et surtout redonner la confiance à eux qu’ils ont belle et bien leur place au sein de leur famille et au sein de la société. Il accueillit les personnes qui ont ces troubles et problèmes d’handicapes non pas une école spéciale car les pensionnaires ne peuvent pas assurer et suivre correctement les programmes scolaires habituelles. 
La plupart des enfants accueillis ici sont des enfants repoussés par la société et la honte pour leur famille. C’est difficiles pour les parents

giovedì 21 agosto 2014

Andasibe Forest (EN)

Andasibe-Mantadia  national park is located in the eastern part of Madagascar. It is positioned on the road between Antananarivo (the capital) to the coastal town of Tamatave. It is an ideal stop for those who make the long trip to Sainte Marie and  Canal of Panganales.
Visiting this park is a unique experience: it allows to observe the typical ecosystem of Madagascar and its most unique inhabitants. From a tourist point of view, the most interesting part is the Indri Indri Special reserve of  Analamazaotra where you can observe in their natural habitat Indri indri : the main attraction of the park. They are the largest living lemurs and they measure about one meter in height. Their most distinctive feature is their curious and amazing calls you can hear and recognize up to three kilometers away. The Malagasy

giovedì 14 agosto 2014

Ile Sainte Marie (ENG)

Sainte Marie is a long and narrow island (40 km by 5 km) located at a  short distance from the east coast of Madagascar. This is a typical tropical paradise in the Indian Ocean, with coral beaches and crystalline waters. It is almost unknown if compared to other places invaded by tourist resorts such as Nosy Be island. That is why Sainte Marie is an exceptional place where it is still possible to establish a genuine relationship with the local population. With her sister located on  the south, Ile Aux Nattes, provides more interesting